Recensione Manga – Deimos no hanayome di Yuuho Ashibe ed Etsuko Ikeda

A cura di andrè79 (testi) ed Emy (immagini)

Titolo: Deimos no hanayome/Akuma no hanayome
Tradotto: La sposa di Deimos/La sposa del demone
Autrice: ASHIBE Yuuho (disegni) e IKEDA Etsuko (storia)
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Akita Shoten
Numero di volumi: 17-concluso
Anno di pubblicazione: 1975
Serializzato su: Princess (Akita Shoten)
Seconda edizione: 1994, 12 volumi sia Deluxe che Bunko

:: Il manga in America ::
Titolo: Bride of Deimos
Casa editrice: ComicsOne
Numero di volumi: 7-interrotto
Anno di pubblicazione: 2003

:: Curiosità ::
La prima serie in 17 tankoubon si era conclusa con un finale aperto. Nel 2007 il duo Ikeda-Ashibe dà alle stampe la sua prosecuzione, Akuma no Hanayome: Saishuushou, che si conclude in tre volumi.  Nel 1994 a questo manga è stato dedicato un OAV dal titolo Deimos no Hanayome -Ran no Kukikyoku (“La sposa del Demone -Il sorriso dell’orchidea”). Da un episodio del manga (“Orchid Suite”, presente nel volumetto n.14) sono stati ricavati 30 minuti di ottima animazione realizzati dallo studio Mad House: la regia porta la firma di Rin Taro, il mitico regista dei film La spada dei Kamui e X.

Storia
La storia inizia con un sogno, il sogno di Minako.
In un paesaggio rarefatto e sospeso la ragazza sente che qualcuno la sta chiamando. È una voce sottile e inquietante che smuove il suo animo e la induce a chiedersi se quello che sta vivendo sia la realtà, un sogno, oppure un incubo.
A chiamarla è un uomo dall’aspetto affascinante e misterioso che le predice che un giorno lei diventerà la sua sposa.
Minako è inizialmente soggiogata dall’uomo e solo in un secondo momento, scorgendone l’ombra, si rende conto che essa è dotata di corna, grandi ali e artigli.
Terrorizzata da quell’orribile visione, Minako chiede all’uomo di svelarle la sua vera identità.
La risposta che ottiene è agghiacciante.
Il bel giovane mostra il suo reale aspetto demoniaco e sogghignando le rivela di essere Deimos, conosciuto pure come re degli inferi, e le ribadisce quanto le aveva detto precedentemente, cioè che lei sarebbe diventata la sua sposa.
Per Minako, però, l’incubo vero e proprio inizia al momento del risveglio.
Nulla sarà più uguale a prima, e l’ordinaria vita da studentessa che conduceva verrà totalmente stravolta. Deimos farà irruzione nella tranquilla quotidianità della ragazza con la ferma intenzione di farne la sua sposa. Per raggiungere il suo scopo deve prima convincerla a rinunciare alla sua umanità, e perché ciò accada deve dimostrarle quanto l’animo umano sia per sua natura essenzialmente malvagio ed egoista, e quanto siano volubili e futili i sentimenti umani.
A riprova della sua tesi non esita a manipolare chiunque, per i motivi più disparati, si avvicini alla ragazza. Attraverso episodi autoconclusivi, di cui Minako è alcune volte motore attivo dell’azione altre semplice spettatrice, assistiamo a tutti i tentativi escogitati da Deimos per convincerla.
Nell’episodio “La melodia del re diavolo” per esempio, Minako fa conoscenza di un giovane studente inglese giunto in Giappone per uno scambio studentesco.
Tra i due nasce una simpatia che potrebbe sbocciare in amore, anche perché il ragazzo sembra l’antitesi di Deimos e rappresenterebbe per Minako un modo per salvarsi dalle grinfie del demone.
Deimos, allora, fa in modo che Minako riviva l’oscuro passato del giovane, che, dietro una maschera benevola, nasconde un animo malvagio e perverso, che l’aveva portato, anni prima, a segregare la madre in uno scantinato. Nel 5° capitolo del 1° volume, intitolato “Il mio amore Venus”, ci viene finalmente svelato il passato di Deimos e le reali ragioni che lo spingono a volere a ogni costo che Minako divenga la sua sposa. Prima di essere condannato alla condizione di demone Deimos era una divinità dell’Olimpo perdutamente innamorato della bellissima Venus che ricambiava con ardore tali sentimenti. Quest’amore però è un amore peccaminoso e deplorevole in quanto i due sono fratello e sorella.
Nel momento in cui cedono alla passione Giove li punisce duramente: Deimos viene scacciato dall’Olimpo e si tramuta in demone, mentre il corpo di Venus viene abbandonato in fondo al mare dove inizia a imputridire lentamente.
Minako altri non è che la reincarnazione di Venus, l’unica in grado di riportare in vita l’unica donna che Deimos abbia mai amato e che adesso rivuole al suo fianco.
Riuscirà a farne la sua sposa?

Considerazioni
Qual è la reale natura dei sentimenti umani? Benevola o maligna? Ci si può innamorare di un demone?

Bride of Deimos nasce dalla fervida fantasia di Etsuko Ikeda, autrice tra l’altro di Ayako, piccolo gioiello shoujo-horror disegnato da Riyoko Ikeda, e dalla matita di Yuuho Ashibe, che in patria, con quest’opera, raggiunge la gloria.
Pubblicato a partire dal 1975 dalla casa editrice Akita Shoten, Bride of Deimos si presenta come un titolo per certi versi anomalo, soprattutto per chi considera, purtroppo ancora oggi, lo shoujo manga solo come un genere sdolcinato e adolescenziale.
In Bride, infatti, poco spazio è concesso al romanticismo e l’atmosfera che avvolge il fumetto è sin dalle prime tavole cupa e inquietante.
La narrazione procede attraverso episodi che deformano la quotidianità di Minako e che Deimos utilizza per dimostrarle quanto il genere umano sia cattivo e indegno, e quanto malati e perversi possano essere i sentimenti che essi provano.
Minako cerca di resistere in ogni modo, cerca di proteggere la propria umanità e di preservare i propri valori, per questo i tiri mancini che Deimos le infligge divengono sempre più sottili e per certi versi crudeli. Il suo scopo è quello di minare le sue certezze, di frustrare la sua fiducia, la sua naturale propensione al bene, in modo tale che ella perda ogni speranza di poter condurre una vita felice e finisca per seguirlo negli inferi per cedere il suo corpo all’adorata Venus.
In questo macabro gioco, però, nulla è come sembra… se gli uomini mostrano sempre un duplice volto, se dietro la luce si nasconde sempre l’ombra, se anche l’amore più puro sfocia spesse volte in follia, se la stessa Minako prova repulsione e allo stesso tempo attrazione nei confronti di Deimos, pure Deimos col procedere della storia subisce una profonda mutazione, scopre che anche lui è vittima di quei sentimenti umani che vorrebbe negare e inizia a scorgere in Minako non più l’eco del suo amore perduto, ma un’anima nuova che lo attrae.
Nel corso della storia e nei vari episodi raccontati si fa ricorso a miti e leggende della cultura occidentale e orientale, come avviene nell’episodio “Il segreto della signorina Tsukiko”, in cui si fa esplicitamente riferimento alla leggenda di Kaguya Hime (il nome vi dice qualcosa?).
La struttura episodica del fumetto non toglie nulla alla narrazione che vanta una struttura di base solidissima e mantiene sempre un ritmo incalzante che si presta a vari piani di lettura.
Lo stile (bellissimo) è quello tipico degli shoujo anni ’70 (stile Ikeda per intenderci), elegante e curato, con figure longilinee e aggraziate e con uno studio delle tavole che rispecchia l’emotività della storia e rende benissimo l’inquietante atmosfera che impera durante tutta la narrazione.
In conclusione Bride of Deimos è anni luce lontano rispetto ai titoletti che imperversano nel nostro mercato, e si può a pieno diritto considerare un vero classico del genere, pertanto una sua pubblicazione in Italia non è solamente auspicabile, ma da richiedere a gran voce.

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