Recensione Manga – Alpenrose di Michiyo Akaishi

A cura di Emy

Titolo originale: Alpen Rose
Autrice: AKAISHI Michiyo
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa Editrice: Shougakukan
Numero di volumetti: 9, concluso
Data di pubblicazione: 1983-86
Il manga conta tre edizioni e diverse ristampe

:: Il manga in Italia ::
Titolo: Alpen Rose 
Editore: Star Comics
Numero di volumetti: 8, concluso
Inizio pubblicazione: 2007
Distribuzione: solo fumetteria e online
Senso di lettura: orientale
Prezzo: 4,20 euro.

:: Anime ::
Alpen Rose è tra i più noti manga di Akaishi Michiyo, una veterana che nella sua lunga carriera si è dimostrata molto prolifica. Questo titolo ha conosciuto nel 1985 una trasposizione animata: Hono no Alpen Rose (La Rosa Alpina di fuoco), che non presenta sostanziali differenze rispetto al manga. Col titolo Alpenrose questa serie ha fatto una fuggevole apparizione anche in Italia, ed è tristemente nota per essere la serie animata giapponese più selvaggiamente colpita dalla censura (è stato tagliato, senza alcun motivo plausibile, qualsiasi riferimento alla Seconda Guerra mondiale…). Un’edizione rispettosa dell’originale è disponibile grazie a Yamato Video che nel 2006 ha pubblicato la serie animata in un cofanetto.

Storia
Svizzera. Seconda Guerra mondiale.
Un aereo precipita in una radura: l’unica superstite all’impatto è una tenera bambina, che viene raccolta da un ragazzino, Lundi. La piccola ha perso la memoria, accanto a lei un pappagallino ripete le parole “Alpen Rose”: Lundi le dà il nome di Jeudi e da subito la considera come una sorella più piccola.
I due crescono insieme, col passare degli anni si scoprono sempre più uniti, ma a complicare gli eventi sopraggiunge all’improvviso De Gulmont, un conte tedesco alleato dei nazisti, che rivede nella ragazza l’immagine della donna amata (la signora Brendell, la mamma di Jeudi): a causa sua Jeudi e Lundi intraprenderanno una fuga drammatica, durante la quale coinvolgeranno, a volte tragicamente, amici e nemici incontrati.
Per meglio sfuggire alle mire del conte, Jeudi si taglia i capelli per camuffarsi da ragazzo, ma è costretta a separarsi da Lundi durante una fuga in treno.
Arrivata da sola a Vienna, ha la fortuna di trovare nel giovane compositore Leonard Aschenbach (autore della canzone “Alpenrose”, nonché amico di famiglia dei Brendell) la chiave per sciogliere il mistero del suo passato: infatti costui riconosce in lei, seppur con qualche difficoltà iniziale, Alicia Brendell. Mentre Jeudi crede Lundi ormai morto, grazie a Leonard riesce a ritrovare suo padre, poco prima che questi muoia in ospedale, e persino a riunirsi alla madre che, quasi cieca, era rimasta vittima di Matilda, una ragazza che si era finta Alicia per ereditare il patrimonio dei Brendell…

Curiosità: nel nono e ultimo volume originale sono presenti due racconti autoconclusivi: “Tempo Rubato” e “14-Banme no Sonata”; il primo è dedicato a Leonard, il secondo invece a Jean-jacques. Entrambi i racconti sono inediti in Italia.

Considerazioni
Nella trama di Alpen Rose troviamo facilmente elementi che possono sembrare poco originali, quali: il camuffamento, la fuga, la separazione, l’agnizione fortunosa (ossia il riconoscimento che precede l’epilogo). Tutto questo non deve stupire, perché sono proprio questi gli ingredienti principali del romanzesco, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. La bravura dell’Akaishi risalta proprio dall’abilità mostrata nel destreggiarsi tra questi elementi, arrivando ai punti cruciali (=climax) in maniera non troppo banale.
Questo non basta certo a fare di Alpen Rose un capolavoro, ma ne rende viva la lettura: una storia gradevole, piena di genuini eventi drammatici, ma anche momenti di dolcezza privi di quelle svenevolezze che un pubblico poco attento in genere attribuisce agli shoujo.
Il disegno, morbido e arrotondato, stride deliziosamente con il contenuto drammatico della storia (cosa che accade di consueto anche nelle altre opere dell’autrice).
La trama, più che al romanzo storico, comunque, tende chiaramente al feuilleton, perciò non sorprenderà al lettore la mancanza di un serio approfondimento storico in favore della narrazione delle vicende dei personaggi. La Storia entra in gioco nelle piccole storie dei protagonisti, ma rimane sostanzialmente uno sfondo inquietante. Chi è in cerca di maggiore spessore si rivolgerà a opere ben note quali I tre Adolf di Osamu Tezuka.
In definitiva, Alpen Rose è un’opera valida, penalizzata tuttavia da qualche coincidenza di troppo nello svolgersi degli eventi e dal disegno, piacevole ma inevitabilmente datato per un occhio moderno. 

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