Recensione Manga – Patalliro di Mineo Maya

A cura di Livio (testi), Martina (autore, info e grafica)

Titolo: Patalliro!
Autore: MAYA Mineo
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone :: 
Casa editrice: Hakusensha
Numero di volumi: 104 -in corso
Anni di pubblicazione: 1979 – in corso
Rivista di serializzazione: Hana to yume.

06_new :: Award ::
Nel 1999 questo manga ha ottenuto l’Excellence Prize assegnato da The Japan Cartoonists Association Awards (ventottesima edizione).

:: L’autore ::
Mineo Maya nasce nel 1953 a Niigata. Il suo debutto avviene nel 1973, con un racconto breve dal titolo “Mishiranu Houmonsha”, pubblicato su Margaret deluxe. Mineo Maya non è soltanto uno dei pochissimi autori uomini ad aver legato il proprio nome alle pubblicazioni shoujo, ma è l’importante autore dello shoujo manga più longevo della storia: “Patalliro!” , opera che ha raggiunto il numero di 100 volumetti, ai quali si aggiungono “Patalliro Saiyuki” (2000), opera conclusa in 8 volumi, e “Patariro genji monogatari” (2004), veri e propri spin off e rielaborazioni del celebre personaggio, sempre per la casa editrice Hakusensha. Tra le sue opere, ricordiamo (oltre “Patalliro!”) “Rashanu!” (Hakusensha, Incentrato su Rashaanu, il bizzarro figlio di un ricco uomo d’affari indiano; si innamora molto facilmente, ed è pronto a salvare chi ama da grossi problemi… ma ogni volta viene scaricato con altrettanta facilità ) e “Far east” (Jitsugyo no Nihonsha), nonché una serie di splendidi racconti brevi a tematica horror-sovrannaturale, realizzati nel corso della sua carriera.

:: Anime ::
Prodotto nel 1982 dal colosso Toei Animation, “Patalliro!” vanta una sequenza di due serie animate (escludendo ovviamente il lungometraggio del 1983 a lui dedicato, e la più recente serie “Patalliro saiyuki”): 20 puntate formano la prima stagione “Patalliro!”, accompagnata dai 39 episodi della seconda serie “I, Patalliro!”, recentemente raccolte in due cofanetti di DVD per i fortunati appassionati nipponici.
Capolavoro dell’animazione nipponica, vanta uno staff di fuoriclasse: alla regia siede Daisuke Nishio (famoso in occidente per la saga di “Dragon ball”, oltre che per il classico “Kitaro dei cimiteri” e vari OAV come “3×3 occhi”), con le musiche di Nozomi Aoki (che qualcuno ricorderà per l’accompagnamento musicale di “Kiss me Licia/Ai shite night”, “Galaxy express” o “Ken il guerriero”). L’anime di Patalliro non delude certamente le aspettative dei fan dell’opera cartacea, per via di una serie di accortezze che contribuiscono a innalzare la sua qualità rispetto alla produzione seriale di quegli anni. Il character design è estremamente fedele al manga originale: ne riprende non solo il particolare grafismo, ma ne sottolinea l’eleganza grazie a una scala cromatica dai toni freddi e algidi. Vengono riprese in più sequenze persino le originali tavole del fumetto, omaggiate dal regista persino nella splendida sigla finale “Utsukushisa wa tsumi” interpretata dalla bravissima Fuyumi Shiraishi (doppiatrice del protagonista, nonché di una quantità impressionante di anime come “Rocky Joe”,”Cyborg 009″, “Kimba il leone bianco”, “Gundam”, etc).
Grande il fascino di questa produzione, incentrata su un senso di bellezza decadente e drammatica, con rose rosse a contornare le vicende dei personaggi, e a tratti contrastante con lo spirito primo dell’opera, che di fatto è una spassosa commedia, non priva però di momenti sensuali e drammatici.

Personaggi

PATALLIRO
Il protagonista indiscusso dell’intera saga, buffo e indisponente, irresponsabile e talvolta superficiale, è il giovane re del regno dell’eterna primavera (Marinella). È dotato di poteri misteriosi e sorprendenti, quali l’abilità di viaggiare nel tempo e nello spazio, oltre a conoscenze tecnologico-scientifiche davvero inconsuete. Piccolo genio piegato al sublime fascino dello humour più demenziale e dissacrante, paga lo scotto di non aver ereditato l’avvenenza e l’eleganza propri dei suoi consanguinei, sebbene lui ritenga di essere un bishounen in piena regola. Ovviamente… il suo compleanno cade proprio il 1 Aprile…

BANCORAN
Altrimenti conosciuto come “Bishounen killer”, per via dell’effetto devastante che il suo sguardo sortisce nei cuori dei bei giovani che compaiono nel manga. Prototipo classico del “bel tenebroso”, lunghi capelli neri, sguardo obliquo e penetrante, pare non possa in alcun modo rinunciare ai suoi guanti di pelle, a una sigaretta slim e alla sua inseparabile pistola. Armato del suo fascino (e della sua licenza di uccidere), avrà spesso un ruolo determinante ai fini della storia. È infatti, al contempo, una spia, una guardia del corpo e un agente del bureau: praticamente, un fuoriclasse.

MARAICH
Comparirà piuttosto presto l’efebico Maraich, autentico bishounen dai folti e lunghi riccioli d’oro. Diciottenne con un passato oscuro: raccolto dalla strada dal perfido conte Laken, ne diviene l’amante e resterà al suo servizio. Non impiegherà certo molto per dare un taglio al suo passato e cedere alle lusinghe amorose del playboy Bancoran.

ETRANGE
La bellissima donna dai lunghi capelli biondi e dai grandi occhi azzurri, è in realtà la madre di Patalliro. Di salute cagionevole, che la costringe a vivere sulle Alpi Svizzere, pare subire anch’ella il fascino magnetico dell’instancabile Bancoran.

MARION
Fratellastro di Patalliro, anch’egli estremamente avvenente, ingannato dalla misteriosa organizzazione che tenta di far crollare il regno di Marinella, tenterà di uccidere il re per potersi impossessare del titolo regale a lui negato.

ONION HEAD
A dispetto della loro capigliatura (“a cipolla”, così come ci viene ricordato dal loro nome) e degli occhiali, sono in realtà bellissimi uomini che si prendono cura del regno di Marinella e del suo re.

BLACK ONION HEAD
Equivalenti agli Onion head biondi, sfoggiano una capigliatura corvina e lavorano all’estero come infiltrati.

RASHANU
Principe dell’India, è in realtà il protagonista di un’altra celebre opera (omonima) del suo autore Mineo Maya. Divertenti le sue comparsate all’interno di “Patalliro!”, non mancherà con il suo fascino di suscitare più di qualche vivido rossore.

Storia
La lunghezza dell’opera che recensiamo, unita alla struttura episodica che la costituisce, rende impossibile per chi scrive offrire una panoramica del manga nella sua interezza. Limiteremo questa sezione, pertanto, alla sinossi del primo volume e a un approfondimento dei personaggi principali.

Capitolo 1
Londra, aeroporto di Heathrow. Il giovane principe del regno di Marinella è in arrivo con il suo volo charter, in occasione di una visita diplomatica. Ironia della sorte, il principino è tutt’altro che… diplomatico: egli ha infatti la singolare peculiarità di prendersi gioco di tutto e di tutti, perennemente alla ricerca di nuovi scherzi, iperattivo e decisamente sopra le righe.
La visita a Londra di Patalliro dipende, in realtà, da un mistero legato a un quadro e a una lettera che vi è nascosta, lettera che potrebbe gettare fango sulla famiglia reale. Con la complicità del bellissimo Jada, paggio del principe, Patalliro mette in atto un piano per rubare la tela dal London Art Museum. Qualcosa però non combacia con il piano: Patalliro rischia infatti di restare ucciso sotto i proiettili delle guardie, e il provvidenziale intervento di Bancoran, la sua affascinante guardia del corpo, gli salva la vita. Sventato il piano, Jada è costretto a confessare le sue reali intenzioni: il vero piano era quello di far crollare il regno di Marinella, coinvolgendo il principe nel furto del quadro.
Bancoran ha terminato il suo lavoro, ma ancora non sa che avrà presto modo di rincontrare il principe di Marinella…

Capitolo 2
Il sole splende sul regno di Marinella, ma il giorno è funesto: il re muore, a causa di uno scompenso cardiaco.
Patalliro torna quindi a Londra, e chiedendo la scorta di Bancoran, decide di dare la notizia a suo cugino Tatcher. La visita però porta con sé un’ennesimo attentato alla vita del principe, e l’ennesimo lavoro per la sua guardia del corpo, Bancoran. Non è ben chiaro l’assassino, né il suo obiettivo, il che genera un clima di sospetto: chi ha perso la vita è stato, infatti, un ufficiale, nel cui sangue vengono rintracciate dosi di anestetico.
Il giorno della partenza del principe viene finalmente scoperto il responsabile della cospirazione: Tatcher, cugino di Patalliro, desideroso di vendicare il trattamento riservato a sua madre dalla famiglia reale. Ma con l’intervento di Bancoran, a Tatcher non resta che la fuga, che avrà un esito tragico: perderà la vita, investito da un autista misterioso.
Si inizia a percepire la presenza di una misteriosa organizzazione che muove i fili e che sembra controllare le azioni dei personaggi che in qualche modo si inseriscono a corte e cospirano alla vita del nuovo re… e questa organizzazione (apparentemente un consorzio per il commercio di diamanti) avrà presto modo di tornare all’attacco, questa volta grazie all’ennesimo bishounen: Junior, giornalista della Bbc. Il piano è quello di far esplodere il tempio durante la cerimonia di incoronazione del nuovo re Patalliro. L’intervento di Bancoran anche questa volta si rivelerà determinante, anche se gli costerà caro uccidere Bjorn (vero nome di Junior), per il quale i suoi sentimenti stavano lentamente iniziando a cambiare. Il consorzio export internazionale di diamanti può iniziare a tremare…

Capitolo 3
Patalliro è ormai re di Marinella da oltre tre mesi, quando riceve la visita di un misterioso avvocato. La notizia è quella di un presunto fratellastro del nuovo re, cresciuto in un orfanotrofio e ignaro del suo status sociale (contrariamente ai desideri del defunto padre). Marion è il nome dell’affascinante ragazzo, e ovviamente Patalliro accoglie con sospetto e diffidenza il suo arrivo, chiedendo a Bancoran di svolgere delle indagini sul suo conto. Ma Patalliro resta scettico al riguardo, più che altro rispetto alle reali intenzioni dell’algido Marion, anche quando Bancoran lo informa che con molte probabilità Marion è realmente suo fratello. E infatti, egli verrà presto smascherato: dopo aver lentamente somministrato piccole dosi di veleno a Patalliro, il secondo passaggio è quello di uccidere lui e la sua guardia del corpo, Bancoran. Sventato l’ennesimo complotto contro la corte, Patalliro (più in forma che mai) è nuovamente pronto per tornare alla sua stramba, originale vita di sempre.

Considerazioni
Chi è Patalliro? Patalliro è il re del lontano regno di Marinella. Patalliro è un genio vanesio, narcisista, cinico, infantile, capriccioso, imprevedibile. Quasi un dandy d’altri tempi, raffigurato spesso con un fiore di Wildeiana memoria, se non fosse che il fiore in questione spunta dalla sommità della sua capigliatura, anziché dal bavero della giacca. Dotato di una strabiliante propensione al trasformismo, si esibisce continuamente in sorprendenti giochi di mimica facciale. È capace di modificare le sue espressioni di vignetta in vignetta, con somma disapprovazione di Bancoran, l’eterno partner che l’autore Mineo Maya gli ha designato. A Patalliro è raramente concesso di superare quel metro-e-cinquanta che inaugura il mondo dei nanetti-manga (e Dash Kappei non è certo il capostipite di questa famiglia), e solo per brevi, istantanei fotogrammi… dopotutto, il suo sguardo languido e sensuale è un’arma più che sufficiente a garantirgli un posto d’onore nell’Olimpo delle star di carta e inchiostro.
Nessuna sorpresa che il delirante (e fluviale) racconto a fumetti del prolifico Mineo Maya sia tuttora in corso di pubblicazione in Giappone, e che la serializzazione abbia già superato la quota di 100 volumetti. Perché è evidente quanto Patalliro diverta in primis il suo stesso autore, alla continua ricerca di nuove avventure e nuove gag all’insegna del puro nonsense, inventando per il suo personaggio esilaranti spin-off e nuove avventure, e continuando a operare secondo il suo stile personale e anticonformista. È dura stabilire se l’estetismo che impregna il suo fumetto sia parodizzante o compiaciuto, è difficile circoscrivere quest’opera nell’ambito della parodia dello shoujo manga classico, o piuttosto asserire che rappresenti la semplice aggregazione -voluta e consapevole- di tutti gli stilemi grafici e narrativi propri del fumetto per ragazze.
Lo stile grafico di Mineo Maya è il risultato di un attento percorso estetico, a metà tra la tensione calligrafica di Aubrey Beardsley e le sensuali volute art nouveau; non ultimo lo studio selettivo delle atmosfere giapponesi impresse nelle stampe tradizionali, che incidono sul prodotto finale attraverso elaborati giochi visivi bidimensionali ed eleganti textures. Tavole dall’impaginazione tradizionale, con una griglia di vignette regolare e ben poche concessioni alla sperimentazione. L’inchiostrazione è corposa e precisa, le figure risaltano per la loro bicromia e la quasi totale assenza di mezze tinte.
Come spesso accade, il suo successo in madrepatria non si rivela sufficiente a sdoganare le sue avventure per il pubblico occidentale: complici un antico disinteresse verso il fumetto classico, nonché la (scoraggiante) mole di volumi che compongono la saga… agli affezionati dello strambo re di Marinella non resta che consolarsi con le puntate dell’anime.

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