Recensione Manga – Asaki Yumemishi di Waki Yamato

A cura di Takiko-chan

Titolo: Asaki Yumemishi
Autrice: YAMATO Waki
Categoria: Shoujo

:: Il manga in Giappone ::
Casa editrice: Kodansha
Numero di tankobon: 13, completo
Prima edizione: 1980-1993
Rivista di pubblicazione: Mimi; Collana: Mimi KC
Ultima edizione: versione bunko, 7 volumi, 2001
Merchandising: oltre ai calendari annuali, è in commercio “Asaki yumemishi no sekai – Genji Monogatari Navi Book” (Kodansha 2005).

sognieffimerihoshinoshou:: L’edizione bilingue ::
In Giappone Asaki yumemishi  è stato pubblicato *parzialmente* in versione bilingue, inglese e giapponese.
Titoli: Asaki yumemishi Bilingual han – Hoshi no shou (VOL 1)
Asaki yumemishi Bilingual han – Hana no shou (VOL 2)
Ultima pubblicazione: 2006
Casa editrice: Kodansha International
ISBN: 4770040393 / 477004040

:: L’edizione italiana ::
In Italia nel 2011 la casa editrice Hoepli ha pubblicato una selezione di episodi tratta da quest’opera col titolo “Non farò sogni effimeri”. La selezione di episodi dal manga originale è corredata di tavole lessicali ed esempi per leggere e interpretare il testo senza dover ricorrere a dizionari monolingua, e di un’appendice contenente schemi riassuntivi di regole grammaticali e usi linguistici il cui apprendimento è fondamentale per il lettore che voglia portare la propria conoscenza del giapponese oltre il livello base includendo importanti elementi della grammatica avanzata.

:: L’edizione inglese ::
Nel 2019 Kodansha Comics ha reso disponibile l’edizione digitale in inglese del manga: The Tale of Genji – Dreams at Dawn. Serie completa in 10 volumi, E 15,59 a volume.

:: Anime ::
Nel 2008 era stata annunciata la produzione di un anime tratto dal manga Asaki yumemishi. Tuttavia Waki Yamato si è ritirata dal progetto e l’anime è stato creato basandosi direttamente sul Genji monogatari. Di seguito ne riportiamo i dati.

Titolo: Genji Monogatari Sennenki
Episodi: 11
Anno di produzione: 2009
Regia: Osamu Dezaki
Character design: Akio Sugino
Produzione: Tezuka Productions, Tokyo Movie (TMS Entertainment)
Rete: Fuji TV

Storia
[Considerata l’ampiezza e la lunghezza di questa opera, fornirò giusto una presentazione della vicenda, senza entrare troppo nei particolari. Vi assicuro che è una storia molto difficile da riassumere, quindi se dopo la lettura del mio riassunto la storia sembra non avere particolari attrattive, vi assicuro che l’errore è mio e non del manga. Vi consiglio quindi di fare affidamento sulle considerazioni.]

Era Heian (XI secolo). La giovane Kiritsubo entra nella corte imperiale come addetta del guardaroba. Sfortunatamente non ha alcun appoggio dentro la corte, per questo viene presa di mira dalle altre dame, gelose anche della sua candida bellezza.
Un giorno, mentre la ragazza aiuta a fare il cambio dei vestiti dell’imperatore, un gattino ruba un tessuto. Nessuna delle altre dame ha il coraggio di uscire nel maestoso giardino per recuperarlo. Kiritsubo quindi, al calar della notte, decide di andare a riprenderlo.
Mentre lo sta cercando viene vista da un giovane nobile, che subito rimane incantato dalla bellezza della ragazza, tanto da paragonarla a una specie di dea celeste. La ragazza si domanda chi mai sia quel giovane, soprattutto quando il giorno dopo iniziano ad arrivare doni anonimi sempre diversi nei suoi appartamenti.
Finalmente una notte il giovane torna a farle visita e i due capiscono di essere innamorati l’uno dell’altra.
Kiritsubo ignora chi lui sia, ma al lettore è data la possibilità di scoprire che il giovane in questione altri non è se non l’imperatore in persona. Tuttavia egli non può rivelarsi a lei, perché teme che le altre sue compagne e concubine potrebbero prendere di mira la ragazza, facendola soffrire.
Sfortuna vuole che Kokiden, consorte ufficiale dell’imperatore e dama più potente della corte (suo padre è il ministro della destra), lo scopra. Da quel momento ogni pretesto sarà buono per giocare un brutto tiro alla povera Kiritsubo. La ragazza quando viene accusata pubblicamente di voler competere con Kokiden, inizia a capire quale sia la vera identità del giovane.
Ma tutto questo non sconforta i due innamorati, che nonostante tutto continuano a vedersi. Kiritsubo infine dà alla luce un bambino, Genji, dalla bellezza inaudita.
Purtroppo le gelosie di Kokiden raggiungono il limite. Una notte le porte vengono bloccate in modo che Kiritsubo e il suo seguito non possano entrare nel palazzo, rimanendo così in balia di una tempesta. L’incidente è fatale per la mite salute della donna, che si spegne, lasciando un bambino piccolo e l’imperatore nel più totale sconforto.
Il tempo passa, l’imperatore trova una nuova favorita, Fujitsubo, che assomiglia in modo clamoroso alla povera Kiritsubo. Anche Genji rimane un po’ toccato dalla somiglianza, ma questo non fa che aumentare sempre di più l’affetto che il bambino prova per la ragazza.
Anni dopo, Genji è ormai un ragazzo fatto. La sua infatuazione per Fujitsubo è sempre più forte, tanto da far diventare infelice ogni pensiero di dover sposare un’altra donna. A questo punto però è Fujitsubo a mettere una barriera tra loro, cercando di tenere una certa distanza (sia in senso letterale che in senso figurato) da lui.
Genji non riesce a sopportare ciò, e per tutto il resto della sua vita tenterà da una parte di riconquistare la donna (con vicende alterne) e dall’altra di compensare con altre figure femminili il suo bisogno di amore. Particolare sarà poi la sua storia con Murasaki, nipote di Fujitsubo (che le somiglia come una goccia d’acqua), compagna paziente e prediletta della sua vita.
Inizia quindi la vera storia di Genji, uomo brillante e bellissimo (tanto da essere chiamato “Hikaru” ovvero “lo splendente”). La sua storia porterà con sé anche le vicende di un incredibile numero di personaggi, tanto da rendere questa vicenda molto intricata, affascinante e per questo difficilmente riassumibile.

Considerazioni
In una parola: PERFETTO. Leggerete parecchie volte questo aggettivo nella mia recensione, ma non ne posso fare veramente a meno.
A leggere la trama di questo manga si può rimanere delusi. Sembra quasi di trovarsi di fronte a specie di soap opera dell’epoca Heian. Ma questo non deve trarre in inganno.
Potrei da subito mettere le mani avanti e dirvi che la trama non dipende dal manga in questione. La Yamato infatti si ripropone di ricreare la versione fumettistica di un romanzo, il “Genji Monogatari”. Questo libro è forse l’opera più importante della letteratura classica giapponese. La sua importanza storica è assoluta, perché è un perfetto ritratto della vita e della corte di quel periodo (vi consiglio caldamente di leggere il paragrafo “curiosità”). La trama quindi potrà piacere o meno, ma l’importanza dell’opera è comunque innegabile (parla una persona che oggettivamente detesta il protagonista del romanzo e del manga).
Quindi non posso parlarvi della profondità dei rapporti, della trama intricata ma affascinante o altro… O meglio, potrei farlo… ma non sarebbe merito di Waki Yamato, ma di Murasaki Shikibu e del suo romanzo.
Dunque abbiamo appurato che la trama non è il vero merito della Yamato. Allora qual è il vero merito di Asaki Yumemishi?
Non è la prima volta che un manga ricalca un romanzo. Molte volte tutto ciò viene fatto in modo approssimativo (potrei citare “Gridare amore dal centro del mondo”?…ma sì, lo cito!), andando perciò a favorire la tesi di coloro che credono che in ogni caso un manga tratto da un libro non potrà mai competere con l’originale.
Non è un lavoro semplice come sembra… anzi, è più pericoloso che altro. In ogni momento potresti diventare poco fedele al testo originale, prendendoti troppe libertà. Fatto però comprensibile soprattutto con questo tipo di romanzi, in cui molto viene solo sottinteso, ma mai detto in modo esplicito.
Ma la Yamato vuole dimostrare di essere un’ottima mangaka. Abbandona (anche se non del tutto) il suo lato più comico (mostrato per esempio in Una ragazza alla moda) e abbraccia uno stile più elegante e sobrio. E questo manga è la prova della sua enorme bravura! Asaki Yumemishi è un manga assolutamente perfetto. E lo dice una persona che ha letto il “Genji Monogatari” e che quindi ha potuto fare il confronto tra i due lavori.
È la perfetta rivisitazione fumettistica del romanzo da cui è tratto. E questo in tutti i suoi aspetti: nella fedeltà rispetto alla trama del romanzo, nel disegno sempre particolareggiato e accurato, ma soprattutto nella perfetta caratterizzazione dei personaggi e delle loro emozioni.
La Yamato crea un prodotto che può persino andare a competere con lo stesso “Genji monogatari”. Certo, sono due cose diverse: nell’Asaki la forza è il disegno, nel Genji la forza sono le parole. Ma secondo me sono entrambi due ottimi lavori, che meritano di essere letti entrambi… Anzi, la lettura di uno può aiutare molto nella comprensione dell’altro.
I disegni sono incantevoli. Accurati, delicati, eleganti… ma soprattutto (e questa è forse la cosa che più conta) perfetti per il contesto in questione. Tutti i vestiti, le abitazioni, le suppellettili dell’epoca sono disegnati in modo squisitamente curato.
Non c’è molto altro da dire sull’Asaki. La portata di questo lavoro e la sua importanza lo rendono uno dei capolavori nella storia dei manga.

Curiosità
Tradurre e proporvi un manga come “Asaki Yumemishi” di Waki Yamato, senza aggiungere una piccola parentesi culturale, credo sia oltre che un peccato, un vero sacrilegio.
Per scrivere questo capolavoro della storia dei manga, Waki Yamato prende spunto dal “Genji monogatari”, libro scritto nell’epoca Heian (IX – XII secolo) dalla dama di corte Murasaki Shikibu.
La storia ricalca fedelmente la trama del romanzo e la grande abilità di questa eccezionale mangaka è stata proprio quella di riuscire a riproporre in versione fumettistica questo capolavoro della letteratura giapponese.

IL PERIODO HEIAN – LETTERATURA, CULTURA, LINGUA

Genji Monogatari Emaki – Wakamurasaki (XVII secolo). Il periodo Heian è forse uno dei periodi più splendidi della cultura giapponese, soprattutto dal punto di vista della cultura e della letteratura.

Fondamentale in questo periodo è il ruolo sempre più importante della lingua giapponese. Se inizialmente la lingua di cultura del paese era considerata il cinese, anche il giapponese acquista prestigio e inizia a essere utilizzato soprattutto nelle poesie, in quanto visto più informale rispetto al cinese.

Inizialmente i testi scritti in giapponese erano unicamente in kana[1] . Per spiegare il motivo di ciò bisogna introdurre il tema della figura femminile in questo periodo.

Le donne nell’epoca Heian non avevano alcun ruolo nella vita politica e di conseguenza non potevano nemmeno imparare il cinese (lingua considerata “colta”).

Ne conseguì che esse dovettero creare un loro modo di scrittura. Anche se non veniva loro insegnato il cinese, erano però addestrate alla calligrafia come pura forma d’arte. Da qui nasce quella semplificazione di alcuni caratteri cinesi che danno origine all’alfabeto degli hiragana, chiamati anche “onnade” (onna= donna de= mano), per evidenziare come questa tecnica di scrittura fosse inizialmente femminile[2].

Proprio in questo periodo infatti fiorirono un gran numero di diari e annotazioni private di dame di compagnia, scritti ovviamente in hiragana.

Le dame di compagnia non devono essere viste come delle specie di concubine (anche se poi alcune finivano per diventarlo). Esse erano donne della bassa o media borghesia che prestavano servizio all’interno della corte per la famiglia imperiale (Kiritsubo, la madre di Genji, ne è un esempio).

Tra questa vastissima produzione, spicca su tutti il “Genji monogatari” di Murasaki Shikibu.

GENJI MONOGATARI

Murasaki Shikibu scrive questo libro diviso in 54 volumi nel XI secolo.

Di lei si sa ben poco. Persino il nome non è che uno pseudonimo. Murasaki non è altro che il nome della protagonista del Genji, e Shikibu è riferito al mestiere di suo padre[3]. Nemmeno possiamo datare con sicurezza la sua nascita, avvenuta probabilmente all’incirca nel 973.

Il suo più grande merito è quello di aver scritto uno dei capolavori della letteratura giapponese.

Al centro di questo romanzo vi è la vita di Hikaru Genji (Genji lo splendente), figlio dell’imperatore e di una dama di corte, famoso per la bellezza e lo spirito brillante. Egli non è una figura storica veramente vissuta, semmai è un compendio di quello che un perfetto cortigiano del tempo doveva essere. Il lettore vede Genji dare dimostrazioni della sua incredibile bravura nella musica, nella poesia e in qualunque altra arte conosciuta.

La maggior parte del libro racconta in particolare le avventure galanti dell’uomo, che dimostra più volte di avere un certo debole per il sesso femminile. Centrale è la sua storia con Murasaki, donna dalla personalità forte (tanto da diventare la vera protagonista tra decine di personaggi femminili), che diventerà la sua compagna[4].

Lungi dal parlare di vicende politiche, il libro si sofferma di più sulla vita di tutti i giorni, descrivendo come i cortigiani amavano passare il tempo[5]. Ne traiamo quindi un importante spaccato di vita quotidiana in cui ogni avvenimento è descritto con cura e attenzione.

Grande importanza ha poi la sfera sentimentale. La psicologia dei personaggi è sempre un fulcro fondamentale del libro, tanto che il lettore per forza di cose è portato a sentirsi vicino ai personaggi.

E sono proprio i personaggi il punto forte di questo romanzo. Nonostante l’altissimo numero di figure che compaiono, ognuna di esse ha una propria storia, un proprio background e una propria personalità che rimane sempre coerente.

[1]  L’alfabeto giapponese moderno conta l’uso dei Kana (alfabeto sillabico creato intorno al IX secolo dal bonzo Kūkai) e dai Kanji (caratteri di origine cinese).

[2] Questo si può prosaicamente vedere anche dal fatto che gli hiragana tendono ad essere più “artistici” e più “aggraziati”.

[3] Ovvero presso un Ministero del Cerimoniale (shikibu sho).

[4] Anche se non sarà mai la sua moglie legittima.

[5] Molte volte ci troviamo di fronte a gare di musica, di poesia o di pittura.

Gallery

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